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OVER AD'ART

SCEPI SU SCEPI

oltre il tempo del marketing .

over ad art

Over Ad’ Art è il concetto con il quale Franco Scepi ha definito negli anni 60 l’ espediente pittorico con il quale ha fatto sparire parzialmente alla vista le immagini reclamistiche che aveva creato e che hanno fatto storia nel 900. Una copresenza tra immagini e  getti schizzofrenici di vernici che ne hanno mutano la percezione e le hanno trascinate oltre il tempo del loro consumo nel solco della corrente Flus.

Verso la seconda metà del 900, Franco Scepi sigla con il claim Over Ad’Art il suo contrasto con la Pop Art di Andy Warhol, il quale ricontestualizzava immagini pubblicitarie create da altri in opere di fatto contraffatte, come zuppa Cambpells e Brillo Box. Con il termine Over Ad’Art Scepi converte le immagini pubblicitarie originali da lui stesso create per famose aziende trasformarle in opere con valenza diversa . Utilizza il termine Over che in inglese significa al di sopra e oltre. Terminologia perfetta che in una sola parola racchiude le due azioni dell’artista, andare “sopra” con vernici ai frames creati nei suoi film per cancellarli e convertirli in opere successive “oltre” i condizionamenti del marketing. Si riappropria delle parti più stimolanti e le modifica con forti segni cromatici per mandarli oltre. Con questo gesto annulla e rigenera il suo stesso lavoro. Over Ad’Art è una azione fortemente concettuale. E’ la ritrovata dignità etica dell’artista che si oppone al pedissequo servizio delle merci perché tutto non sia solo consumo. Maurizio Scudiero, il celebre storico, afferma che secondo Scepi, l’arte è l’opposto della merce che appena acquistata esaurisce il suo potere seduttivo. Qui sta il cortocircuito tra Arte e Pubblicità.

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Scepi, l’artista tenta dunque di restituire un senso al mondo, per questo si sovrappone allo Scepi pubblicitario. Non è di fatto una vera e propria cancellazione. Non può rinnegare completamente le innovazioni che se stesso ha creato. La potremmo semmai definire una correzione allo spirito del tempo che è continuamente mutevole perché è continuamente mutevole lo spirito dell’uomo. L ’idea dell’ Over Ad’Art arrivò a Franco Scepi i primi anni 60, al tempo in cui era scenografo al Teatro alla Scala di Milano. Durante un viaggio di studio a New York ricordava le parole di Nicola Benois che attribuiva all’arte della scenografia una certa decadenza nei confronti di altre espressioni contemporanee. In Canal Street ci fu un incontro casuale con George Maciunas presentatogli dall’amico pittore Rino Senaglia. Maciunas aveva ideato il nome Fluxus, un concetto caratterizzato da una totale apertura del linguaggio artistico, a tutti i materiali del mondo e a tutti i modi di comunicare con diversi media e diverse discipline artistiche.

Dalle performance al rumorismo al cinema e alla pubblicità. Era una opportunità straordinaria per un artista ricollegarsi a Fluxus che aveva riattualizzato il Dadaismo ed il Futurismo per lavorare contemporaneamente su tutti i media. Over Ad’Art si rifà al concetto Arte e Vita. Quindi Over (oltre) serve a identificare la mission di arte che scorre in continua rigenerazione e riporta alla mente il concetto “intermediale” del poeta e compositore Dick Higgins, che nel 1965 lo riferiva a quelle forme espressive in cui le diverse discipline si intrecciano in un’ unica struttura.