Franco Scepi ha studiato a Brera con Gianfilippo Usellini. La seconda metà degli anni 50 sono decisivi per la sua crescita artistica, come in tutti gli adolescenti, sono gli anni della introspezione in relazione all’ambiente sociale che lo circonda. I suoi dipinti Televisione, Jesus Corpo a Cristo e Umanità del 1957, sono significativi di quel tempo di trasformazione tra il nuovo media e le retoriche mistiche. Nel 1958 crea un quadro emblematico, una sintesi tra ricerca interiore, ribellione e timore per il mondo esterno che si presenta come un muro, il titolo del dipinto è Ombra rossa.
Nel 1959 entra come scenografo al Teatro alla Scala, quando il primo scenografo era Nicola Benois. Nel 1961 accede in RAI e si occupa di alcune scenografie dell’ Amico del Giaguaro, trasmissione con Gino Bramieri, Raffaele Pisu e Caterina Valente. Nonostante il suo interesse verso lo spettacolo, in un breve viaggio di studio a New York, viene in contatto con la corrente d’arte Fluxus, termine coniato da George Maciunas e partecipa ad una performance in Canal Street. Una azione semplice che caratterizzerà il percorso artistico della sua vita. Fece rotolare un piccolo asteroide sull’asfalto della città dal traffico compulsivo per riprodurre il contrasto con l’eterno scorrere del tempo raffigurato dall’asteroide, forse datato milioni di anni.
Per il suo interesse nel rapporto tra spazio e tempo crea una performace Fluxus con una zattera durante lo straripamento del fiume Po, su quale pone un bidone di petrolio infuocato, evento definito acqua-fuoco in riferimento ai principi della filosofia.
Nel 1965/66 si occupa della regia e scenografia di Miss Italia con Enzo Merigliani e crea l’immagine di De Rica “No su De Rica Non si Può” al tempo di Carosello.
Nel 1967 con i soci Lino Casa e Claudio De Micheli fonda CDS, Studi Associati di arte cinema e comunicazione, gruppo dal quale nasceranno anche Mercurio Cinematografica, Azzurra ed Eurocom, insieme ai soci Gianni Sias e Bruno San Giovanni. Alla fine degli anni 60 progetta il film Packaging, cortometraggio di soli rumori che descrive i condizionamenti della società di quel tempo.
Il 1970 si apre dopo l’attentato a Milano di Piazza Fontane nel dicembre 69, preludio di un nuovo capitolo rivoluzionario e terribile della storia, che influenzerà tutti i campi della società.
Scepi è stato anche designer, tra i suoi manifesti per il cinema: il Fantasma della Libertà, film del 1972 di Luis Bunuel. In quegli anni ha lavorato anche per il teatro e per enti pubblici.
Il concetto del fuoco metafisico che travolgerà i rapporti tra uomini e donne, che fu definito “femminismo” è rappresentato nei suoi quadri, realizzati con pittura e materiali plastici infiammabili, intitolati “fuoco”. Il tema sociale del “femminismo” verrà elaborato nella sceneggiatura per il film Can Cannes.
Nel 1975 produce “Le Favole di Andersen” con Franco Franchi, film che dedica a suo padre e alla madre.
Nel 1977 nella Polonia ancora chiusa dal dominio comunista, dipinge un quadro preveggente e provocatorio, che raffigura la Falce e Martello che una colomba porta oltre il muro. L’immagine del quadro fece molto scalpore per l’allegoria sino ad allora soffocata dal regime comunista, per questo fu definito simbolo di Pace. Il dipinto ed i monumenti che in seguito l’autore realizzò furono chiamati Uomo della Pace. La scultura in bronzo alta tre metri che ha creato ispirata al dipinto, è stata sottoscritta da Mikhail Gorbachev e da tutti Premi Nobel per la Pace del mondo. L’opera, fortemente allegorica è custodita nel più grande Museo del 900 (per estensione) in provincia di Bologna ed è stata considerata l’opera d’arte che ha concluso il XX secolo perché ha anticipato la fine della guerra fredda. Con Guernica di Picasso è tra le due opere del 900 che hanno affrontato, con l’arte, i temi sociali della guerra e della pace.
L’artista, regista è autore di film di sperimentazione come Packaging (l’uomo in scatola), girato nel 1969, e il lungometraggio Can Cannes girato tra il 1976 e il 1979, successivamente entrambi selezionati alla Biennale Internazionale del Cinema di Venezia (rispettivamente nel 1980 e 1982).